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Recensione "Conflitto di interessi" di Paola Chiozza



Libro: Conflitto di interessi

Autore: Paola Chiozza

Editore: Indipendently published

Copertina flessibile: 408 pagine

Stampa: 19/01/2020

Dove acquistarlo:





AVVERTENZE: Se sentite la scrosciante necessità di leggere un romanzo in cui la bella principessa con il suo vestito di taffetà e maniche a sbuffo, il viso incorniciato da capelli biondi e boccoli perfetti, non come la sottoscritta che è dotata di una capigliatura a nido d’uccello, il tutto senza umidità, stavo dicendo i capelli perfetti nonostante non abbia il tempo per andare dal parrucchiere, troppo impegnata a cercare il suo principe azzurro, si ritrova vittima dell’incantesimo della strega cattiva ed attende l’appropinquarsi di un principe che sia possibilmente straordinariamente noioso e che non pensi a null’altro se non a guardarsi allo specchio alla ricerca dell’ultima ruga spuntata sul suo bel faccino diafano, beh QUESTO LIBRO NON FA PER VOI!!!
Se sentite l’esigenza dilaniante di avventurarvi in una storia alla Harmony in cui il bel protagonista, magari una guardia del corpo, con mooolto, mooolto corpo e poca materia grigia, decide, per qualche astruso motivo, di fare da balia alla bella ereditiera dagli occhi da cerbiatta e il carattere da marmotta, beh anche in questo caso NON LEGGETE QUESTO LIBRO!!!
Ma se avete voglia di leggere un romanzo in cui il protagonista è un bel vichingo biondo, purtroppo senza clava e il più delle volte con indosso la maglietta (cosa da cui dissento completamente lasciatemelo dire) ed una ragazza che non ha proprio nulla di comune: un’ironia pungente ed una lingua più lunga della Muraglia Cinese,  QUESTO E’ IL LIBRO CHE FA PER VOI!!!
In realtà QUESTO LIBRO FA PER VOI anche se soffrite di bollori dovuti alla menopausa o alla non menopausa, che vi causano attacchi improvvisi di sudorazione ascellare, se non state uscendo con nessuno perché ormai San Valentino è passato e non c’è più bisogno di scatole di cioccolatini, la nutella con il cucchiaino va benissimo! QUESTO E’ IL LIBRO GIUSTO anche se soffrite di sfiga da primo appuntamento a causa dell’enorme brufolo rossastro che, per qualche motivo che va contro il normale equilibrio universale, ha deciso di prendere possesso del vostro naso: un cratere nel bel mezzo della vostra faccia proprio la sera dell’appuntamento con il sosia di Chris Hemsworth.  
Ultimo, ma non certo per importanza, QUESTO LIBRO FA AL CASO VOSTRO se la dea Fortuna ha deciso che le state antipatiche e  vi ha posto le terga, quindi il prossimo Capodanno tutti a Lourdes, calice di acqua Santa alla mano e Dj set gregoriano. Io porto i calici, ho trovato un’offerta irripetibile all’Ikea e ne ho a bizzeffe! Facebook docet!
Bene, ora che i dovuti avvertimenti sono stati espletati come una cacca in mezzo al mare, e non in un posto qualunque, bensì nei pressi dell’isola di Itaca (vi giuro che è successo davvero! Non a me, purtroppo. Io sono stitica!), possiamo passare all’autrice e al suo romanzo.
Lei è Paola Chiozza, classe 1990, ha scritto il suo primo romanzo a soli diciassette anni. Complimenti, io a quell’età giocavo ancora con le bambole, diciamo che mi sono sviluppata tardi! E’ stata ospite al Salone Internazionale del Libro di Torino. Wow! Io sono stata ospite a casa di mia nonna, il mio pubblico era composto dalle sue amiche e invece di leggere uno dei due libri che ho scritto e pubblicato, mi hanno obbligata a recitare il Rosario perché “il Diavolo è ovunque”. Ma torniamo alla nostra scrittrice, ha collaborato con RAI Radio 2 per la trasmissione Ovunque6 , io una volta mi sono permessa di scrivere una email a Telemolise e non l’hanno nemmeno aperta! Il suo romanzo d’esordio è “Politicamente scorretto”, pubblicato nel 2016 e l’anno successivo ha pubblicato un libro per bambini “Pino: l’abete curioso”.


Il libro. Bello e molto, molto divertente. Leggerlo è stato uno spasso! Innanzitutto, ovviamente, vi riporto la sinossi copiata direttamente dal romanzo:
Sinossi: Disturbo mentale o trauma cranico? Sofia Russo non capisce cosa abbia colpito la sua famiglia. Forse è stata la vincita alla lotteria a farla impazzire. Se almeno fosse stato un meteorite, avrebbe ereditato il denaro e bevuto cocktail su una spiaggia dei Caraibi per il resto dei suoi giorni. Di certo non avrebbe speso quei soldi per aprire una pasticceria in Islanda.E così, a ventiquattro anni suonati e con una naturale inclinazione alla catastrofe socio-sentimentale, Sofia si ritrova a Reykjavík. A combattere contro il freddo e la puzza di pesce putrefatto. Proprio quando pensa che non ci sia niente di più brutto dell’assenza del bidet, arriva lui. Joann Sigurdarson è un vichingo, in tutte le accezioni del termine. Soprattutto in quelle negative. Sfacciato, prepotente, scorbutico e… maledettamente affascinante. Può andare peggio? Sì, se Joann spunta proprio dall'unico posto da cui Sofia dovrebbe tenersi alla larga: il negozio di fronte a quello della sua famiglia. Il vichingo impertinente rappresenta la concorrenza. Quella spietata, fatta di equivoci, provocazioni, conflitti e puro odio. Eppure, sebbene nessuno dei due creda al proverbio “chi disprezza compra”, resistere alla tentazione sembra impossibile. Joann e Sofia non sanno più chi sono. Si odiano o si vogliono? Già. Forse era meglio il meteorite.
«Vieni qui, piccola. Ho voglia di farti urlare come quando ti schiacci le dita nella portiera della macchina!»


La sinossi è a posto, ora passiamo ai protagonisti.
Lei è Sofia Russo: ventiquattro anni e “la vita sociale pari a quella di una marmotta”, esattamente come me, lo scorso Sabato l’ho trascorso davanti al televisore a vedere “C’è Posta per te” con mia sorella ed i miei cani, come il più classico clichè di zitella, nonostante abbia un fidanzato! Ho però bevuto un vino bianco eccellente, vorrei che fosse messo agli atti!
Torniamo alla nostra protagonista: una volta le si è bloccato il ciclo “perché sul traghetto per Stromboli c’erano quattordici gradi. E’ ripartito una settimana dopo, quando mi si è scongelato l’utero”. Ora immaginate di avere queste difficoltà tecnico-tattiche e di dover andare a vivere a Reykjavik, in Islanda perché “il 99 percento di chi compra un biglietto della lotteria sogna di aprire un chiringuito a Cuba, tra sole, mare e musica caraibica. E poi c’è il restante 1 percento, quello che invece sogna roba ridicola, senza senso. Come fare il giro del mondo in barca a vela o trasferirsi in Islanda”. Sofia rifiuta addirittura di imparare l’islandese perché “mi rifiuto di imparare la lingua dei vichinghi”. Ma voi lo sapevate che in Islanda mangiano i testicoli di montone fermentati e lavorati con l’acido lattico? Se davvero fosse così, anche io rifiuterei di imparare l’islandese! Piccola informazione utile quanto il portatovaglioli come bomboniera per il matrimonio: la playlist della nostra protagonista è composta da Daniele De Martino e Roberta Bella. Io proprio non li conosco, però mia cugina, alla fiera del Primo Maggio ha comprato il cd di Alessio, va bene lo stesso? Specifico che il summenzionato CD si è incastrato nello stereo dell’auto di mio zio e siamo stati tutti costretti ad ascoltare le sue canzoni in un loop infinito!
I genitori della protagonista aprono una pasticceria napoletana nel centro della città, ma il negozio si trova proprio di fronte all’Iceland Bakari, una “maledetta pasticceria” islandese.

Ora passiamo a lui: Joann Sigurdarson, detto anche “il pappalasagne coi capelli da donna”, oppure “sarchiapone”, ma ha “un paio di iridi azzurre che mi trafiggono…….. è un vichingo alto due metri con i capelli lunghi e il fisico possente. Immaginate Chris Hemsworth in Thor, immaginate i suoi addominali scolpiti, i suoi bicipiti vigorosi, i suoi occhi limpidi e i capelli biondi che gli ricadono sul viso mossi da una leggera brezza. Lo avete fatto? Avete immaginato Chris Hemsworth? Bene. Ora scordatevelo perché tanto è solo finzione, ahimè! E Chris è sposato! Purtroppo Joann, oltre ad essere Thor da giovane è anche il figlio del proprietario dell’Iceland Bakari ed è per giunta un ottimo pasticcere. Suona in un gruppo I Warriors, la loro musica è puro folk rock islandese. Un appunto prima di continuare. Poiché sono una persona terribilmente curiosa non ho potuto evitare di andare a cercare che tipo di musica suoni il vichingo, per dare un’idea è simile a quella di Bjork.

Sofia e Joann sono due moderni Giulietta e Romeo: le loro famiglie si odiano, all’inizio nemmeno loro si sopportano, ma si innamorano e questo è un bel problema. Non posso svelarvi molto, ma sappiate che non c’è nessuna morte dovuta a strani intrugli, nessun “onesto speziale”, nessun “veleno rapido” e soprattutto niente “e così, con un bacio, io muoio”.
Il loro primo incontro è qualcosa di epico: Sofia, che a quanto pare ha sviluppato un’insana passione per i bidet, va alla sua ricerca perché in Islanda non esistono e si ritrova a parlare di tale strano apparecchio sanitario con il ragazzo più sexy di Reykjavik.
Il loro primo appuntamento, se così possiamo definirlo (ma non vi dico perché), è in un museo ed io vorrei tanto farvi sapere come si chiama la summenzionata galleria, ma ho davvero difficoltà con la tastiera, non ho la minima idea del programma da utilizzare per scrivere parole in islandese e non riesco a trovarlo su Google perché i risultati cui mi rimanda sono troppi , però vi dico il nome dell’artista che ha dato il suo immenso contributo alla creazione della mostra fallologica che il museo ospita, ossia un certo Hið Íslenzka Reðasafn, copiato direttamente da San Google, sia chiaro!
Per ovvi motivi non posso spiegarvi tutto ciò che accade, ma posso dirvi che hanno due caratteri parecchio vivaci, le risate sono assicurate!
Vengono entrambi scritturati per un programma televisivo di cucina e a questo punto le cose si complicano. Sofia e Joann non solo non si sopportano, ma sono anche rivali, si stuzzicano continuamente: lui cerca di convincerla a cucinare per lui senza vestiti, perché “meglio odiarti nuda piuttosto che vestita”, lei…….no, non ve lo dico, sappiate solo che i sacchi della spazzatura sono sottovalutati!
Nota importante: non posso esimermi dall’illustrare la Teoria dei caratteri atavici di Cesare Lombroso: elementi distintivi nel volto delle persone che ci rendono in grado di capire se sono criminali o no. “In pratica se hai la fronte bassa, gli zigomi sporgenti, la mandibola grande e una discreta quantità di peluria sparsa sul corpo, significa che sei un delinquente”. Secondo voi questa teoria vale anche per le donne? Lo chiedo così per sapere, non certo perché non vado da un’estetista dal 2017!!! Prendetevi pure gioco di me, ma dovete sapere che ho una strana e rara fobia delle estetiste, della cera calda e delle pinzette, vi dico solo che preferisco il dentista!

Passiamo ai personaggi secondari: al primo posto ci piazzerei il padre di Joann perché, alla fin fine, è lui la causa di tutti i problemi tra i due ragazzi, il signor Sigurdur. E’ qui devo proprio spiegare il cognome di Joann Sigurdarson: siamo in presenza di un patronimico, cioè un nome o un cognome derivanti dal nome del padre per mezzo di un suffisso. Ora che abbiamo capito il significato di questo termine, possiamo andare avanti con la recensione. Il signor Sigurdur è descritto come un despota “un cittadino modello. Non lo vedrò mai rincorrere la moglie nel tentativo di farsi dare un bacio e nemmeno travestito da Pulcinella per far ridere i figli.”
Al secondo posto, a pari merito, direi di infilare Samuele (il fratello di Sofia) ed Elina (la sorella di Joan). Lui è un rubacuori, compra addirittura “un’inutile mercedes per far colpo sulla fauna islandese”, secondo la sorella “E’ asciuto meglio Pinocchio cu na sega che tu cu na scopata”, la traduzione della frase la trovate nel libro. Elina, invece, è una ragazza bellissima, testarda, ma molto legata alla sua famiglia. Vorrei davvero anticiparvi cosa accade tra i due, ma proprio non me la sento di rovinare la sorpresa a tutti voi!
Al terzo posto abbiamo la madre di Sofia che per l’intero romanzo aleggia come un’ombra semi dissociata sui personaggi, ma che alla fine fa un ingresso trionfale con la seguente frase “Chissà com’è il sesso con un islandese. Lo fanno come noi?”. La amo!
Al quarto posto, non certo sul podio sia chiaro, c’è Fregh, detta anche la fregna, che, purtroppo è “bellissima”……ha raccolto i capelli in una coda e indossa un filo di trucco. Mio malgrado devo ammettere che non è neanche una ragazza frivola e stupida… io sono alta la metà di lei, simpatica la metà, bella metà, magra la metà e attraente la metà.” Di lei non posso dirvi molto altrimenti mi ritroverò depressa a mangiare dolci e a bere vino per aver sottratto roialty all’autrice e non posso proprio permettermelo, fanno entrambi ingrassare!

Proprio non me la sento di non raccontare un aneddoto straordinario e davvero troppo, troppo divertente. Vi spiego la scena. Sofia deve comprare un tacchino, ma non ricorda come si dice in svedese. Entra in un supermercato.
 Questo è quello che accade:

“<<Buongiorno, io vorrei un….. un…>> Come accidenti si dice tacchino in islandese?
<<Un?>>
Non ho mai sentito il bisogno di imparare la parola tacchino, ecco perché non conosco la traduzione. Insomma, perché diamine dovrei saperlo? Chi è che va all’estero e chiede il tacchino? Mi gratto la testa e cerco una soluzione efficace. Non ho portato con me il cellulare e non posso nemmeno sfruttare il traduttore online.
<<Bè, è carne. E’ una specie di gallina, però al maschile>>
<< Ah, un gallo. Mi dispiace, non lo abbiamo>>
<< No, non è un gallo. E’ come il gallo, solo che ha le piume grigie, è molto grosso e ha il collo lungo.>>
L’anziano sposta gli occhiali sulla punta del naso. <<E’ un gallo con il collo lungo.>>
<<Non è un gallo>> sibilo tra i denti <<E’ un tacchino>> dico in italiano. <<Tacchino, quel pennuto con due zampe e il becco.>>.
Io lo trovo esilarante. Una gran bella figuraccia. Non che io ne sia esente, sia chiaro. Dovete sapere che dove abito io c’è un ragazzo bellissimo, alto, fisico prestante, occhi azzurro cielo, capello scuri. Insomma un gran figo. Ora immaginate me e mia cugina a diciassette anni, quindi tarda adolescenza, prima giovinezza, insomma un periodo molto particolare nella vita di qualsiasi ragazza con gli ormoni in subbuglio. Immaginate lui che arriva da lontano con la sua camminata da modello di Dolce & Gabbana, immaginate me e mia cugina inebetite a fissarlo. Ci siete? State immaginando? Perfetto. Ora immaginate una grossa buca scavata nel cemento di fronte a voi che si apre a mo’ di voragine sotto una fontana d’acqua gelida ed immaginate di non vederla affatto e di caderci dentro davanti agli occhi del ragazzo perfetto. Fatto? Bene! Non è finita qui. Ora immaginate la sua faccia perfetta mentre vi guarda con un misto di disgusto e terrore perché la vostra faccia, che fino ad un secondo prima era piena di fondotinta compatto, matita blu ad incorniciare gli occhi e lucidalabbra alla fragola Bon Bon di Malizia, ora sia ricoperta di sangue che, a lenti rivoli, scende sulla vostra maglietta, immaginate che lui vi chieda se va tutto bene con il suo sorriso sbilenco e i denti lucidissimi e voi che fate? Non ricambiate con un sorrisino idiota? Certo che sì! Peccato che i denti siano ricoperti di sangue per cui, invece di sembrare la versione paffuta di Barbie Malibù sembrate la figlia della Bambola Assassina e del Conte Dracula. Come se questo non fosse abbastanza imbarazzante, il vostro pantalone è ricoperto d’acqua della fontana, ma solo sul davanti, proprio in mezzo alle gambe, per cui sembra vi siate fatte la pipì addosso. Questo, purtroppo, è successo davvero. Potete chiederlo a mia cugina che, dopo un primo momento di esitazione, ha iniziato a ridere come se non ci fosse un domani e non mi ha nemmeno aiutata a rialzarmi! Grazie Marika!
Dopo questo sproloquio direi che è il momento di continuare a parlare del romanzo. I personaggi sono descritti molto bene, sono molto realistici. Lui forse sembra un po' troppo vichingo, ma non sono mai stata in Islanda per cui non so come sono gli uomini lì, prendo per buono ciò che ha scritto l’autrice e vorrei fare un appello: vorrei davvero, davvero sapere se gli uomini a Reykjavik sono come li ha descritti perché se è così faccio i bagagli e prendo il primo volo! I personaggi sono intelligenti, arguti, ironici, riescono a farsi trascinare dalla storia e allo stesso tempo a trascinarla, sono realistici in maniera quasi imbarazzante; in ognuno di loro chiunque di noi può ritrovare qualcosa di sé.
I dialoghi sono sagaci, concreti e divertenti, scritti molto bene. Ci sono molte frasi in napoletano (ovviamente c’è la “traduzione” alla fine dei capitoli). Personalmente li ho trovati incisivi, danno forza a ciò che i personaggi vogliono esplicare e mostrano l’amore per la propria terra che, in questo romanzo, si avverte ad ogni capitolo. Così come si avvertono le differenze tra due mondi opposti che si trovano a collidere: islandesi e italiani sono sicuramente molto diversi, agli antipodi direi. Sono riportati molti luoghi comuni riguardo gli italiani e soprattutto i napoletani, alcuni sono un po' forzati secondo me, ma, nel complesso, rendono bene i clichè e gli stereotipi che gli immaginari collettivi hanno prodotto.


Vi lascio con una perla di saggezza della nostra protagonista: “Si dice vedi Napoli e poi muori, io dico vedi Reykjavik e poi ti suicidi.

Voi avete letto questo libro? Cosa ne pensate?

CONSIGLI SPARSI

Eccoci al momento dei consigli sparsi. Invece di una tisana questa volta ho deciso di consigliare qualcosa di dolce giacchè i personaggi del nostro romanzo sono pasticceri e l’autrice descrive molte ricette in maniera esemplare. Per questo motivo vi consiglio di leggere il libro dopo aver abbondantemente mangiato, altrimenti le probabilità di andare alla ricerca di squisitezze sono altissime ed io non voglio essere la causa dell’adipe di nessuno! L’apporto di calorie oggi è affidato alle frittelle islandesi, i pönnukökurPer la preparazione vi rimando al mio baluardo delle ricette, la pagina Facebook “Voglio rose nel mio giardino”, sicuramente molto più competente della sottoscritta in questo genere di cose. Io proverò a cucinare questa ricetta oggi pomeriggio. Ho già l’acquolina in bocca. Sto letteralmente sbavando, sembro Homer Simpson davanti ad un cartone di ciambelle. Credo proprio che ora andrò a lavare la maglietta che indosso! Alla prossima!







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