Recensione "Innamorarsi a colazione" di Milena Zucchetti
Libro: Innamorarsi a colazione
Autore: Milena Zucchetti
Editore: More Stories
Lunghezza stampa: 390 pagine
Stampa: 12/10/2020
Dove acquistarlo:
AVVERTENZE!!! Se sentite l’irreprimibile desiderio di farvi trascinare
da un romanzo rosa confetto, in cui la bella principessa, strizzata nel suo prezioso
corsetto fucsia, è regolarmente accompagnata dalla vecchia balia che reca tra
le mani una bombola d’ossigeno rovinosamente necessaria ad evitare svenimenti
da simil enfisema polmonare, perché va bene che indossare il corpetto è direttamente
proporzionale alla fornitura di ossigeno nei polmoni, ma vuoi mettere la beltà
del vitino da vespa che fa figo??? Dicevo la principessa che, probabilmente per
insufficienza di ossigenazione al cervello, si è innamorata del principe,
certamente più bello del reame per carità, con quei capelli biondi e riccioluti
che gli ricadono sugli occhi azzurro cielo, ma ahimè è anche il meno acuto del
regno, nonché il più dozzinale. L’unico che non ha realizzato che il mantello
turchese va abbinato al cappello turchese con piuma bianca, bordature e fascia
con applicazione oro, non alla tuba rossa, beh in questo caso NON LEGGETE
QUESTO LIBRO!!!
QUESTO LIBRO NON FA AL CASO VOSTRO se avvertite l’indomabile
impulso di leggere la romantica, sdolcinata, svenevole, languida storia della
ragazza che dovrebbe essere comune, ma così non è perché le ragazze comuni non
si svegliano con i capelli mossi al punto giusto, dolcemente adagiati sul
cuscino, ma con un copricapo di paglia semi incastrato nei bottoni delle
federe; le ragazze comuni, se soddisfano il fabbisogno nutrizionale del Burundi
a suon di cornetti e cappuccini, non hanno gli addominali di ferro e le gambe
lunghe per elargizione divina; le ragazze comuni, appena sveglie, non hanno
l’alito che profuma di rosa di grasse e di rosa damascena, ma di topo in
decomposizione dopo una lavanda gastrica andata male. Dicevo, la ragazza “comune”
che, per qualche motivo decisamente sconosciuto, si ritrova nello stesso
ristorante del potente, nonché figo, boss di turno che se ne innamora e la
rapisce sottomettendola a suon di champagne, coperte di seta, ostriche e viaggi
sul suo jet privato.
Ma se avete voglia di leggere un romanzo trascinante, affascinante,
scritto con competenza in cui Lui e Lei si incontrano e scontrano a suon di
cappuccini, cornetti e bomboloni, beh QUESTO LIBRO FA PROPRIO AL CASO VOSTRO!!!
In realtà QUESTO LIBRO FA AL CASO VOSTRO anche se soffrite di ansia da sveglia
sullo smartphone che mostra l’increscioso presupposto, molto poco aleatorio lo
si deve ammettere, di meno di otto ore di sonno e, prese da panico da prodigalità
di assopimento, vi infilate immediatamente nel letto per addormentarvi il prima
possibile; perché la sveglia suonerà tra 8 ore va bene, la sveglia
suonerà tra 7 ore e 59 non è affatto accettabile. Infine DOVETE
ASSOLUTAMENTE LEGGERE QUESTO LIBRO se
soffrite di disturbo da stereotipo da “50 Sfumature di (Mulino) Bianco”, perché
è certamente piacevole scendere a fare colazione con il maglione lungo che vi
copre le gambe nude, adagiarvi sensualmente sulla poltrona con le ginocchia
raccolte al petto tenendo tra le mani una tazza fumante di ottimo espresso, ma
volete mettere il caffè mezzo bruciato perché avete dimenticato la caffettiera
sul fornello mentre stavate cercando di indossare l’unico maglione pulito
trovato sul fondo dell’armadio e, non contente, l’avete pure macchiato con la
sola goccia di caffè che si calava, con indifferenza, dalla tazzina e si è
incautamente posizionata proprio sulla parte alta del decolletè dell’unico
maglione bianco della vostra collezione primavera, estate, inverno, autunno di maglioni
neri ed ora non c’è possibilità di indossare altro altrimenti farete tardi a
lavoro!? Beh non c’è paragone!!!
Bene ora che abbiamo elargito i necessari avvertimenti
possiamo passare al libro.
Il nostro romanzo è scritto dall’ abilissima Milena
Zucchetti, autrice di un’altra storia che ho recensito e amato particolarmente “Discronia: L'uomo
giusto al momento sbagliato o l'uomo sbagliato al momento giusto?”
Potete
trovarla qui: Milena Zucchetti
Ovviamente, onde evitare problemi di royalty che, certamente,
comporterebbero un aumento esponenziale di solfiti nella dieta della
sottoscritta, ecco a voi la sinossi copiata e incollata direttamente dal
romanzo:
Edward è un uomo in
crisi, Odette una ragazza in attesa. Si conoscono facendo colazione al bar e,
complici “cappuccino e brioche”, iniziano a frequentarsi. Firenze fa da sfondo
alla nascita di un amore che sembra impossibile, Londra distrugge le già vane
speranze di coronarlo. Gli equivoci sono sempre in agguato quando bugie, omissioni
e tradimenti governano le emozioni.
Una commedia romantica
che racconta il disincanto della realtà: perché vivere significa rischiare e in
amore non vince chi fugge. O forse sì?
Lui è Edward Corsi, padre
italiano, madre inglese, scrittore, autore di molti thriller che sono diventati
trasposizioni cinematografiche. Ora, io non voglio essere polemica, ma non
riesco proprio a capire il motivo per cui i suoi libri diventano film e i miei
no!? Forse perché Edward inizia a scrivere la prima parte e poi continua in
sequenza mentre io parto dal centro o, meglio ancora, dalla fine e poi vado a
ritroso? Pensate che se una sera ho costretto i miei amici a vestirsi da personaggi
di uno dei libri che ho scritto e li ho ripresi con il cellullare si possa
definire trasposizione cinematografica?
Il nostro
protagonista, “appartiene a quella rara categoria di uomini che è
oggettivamente perfetto e pure famoso”; “decisamente un bell’uomo”, “viso ovale
con i lineamenti puliti e i colori chiari che lo caratterizzano, il biondo dei
capelli, e il grigio degli occhi, ne facevano un affascinante esempio di
innamorato ideale”. Adoro i capelli biondi e gli occhi grigi. Anche io ho gli
occhi grigi, ok, diciamo più verdi, con qualche spruzzata color cacca però
quando piove diventano grigi, lo giuro. Potete chiederlo a mia mamma! Edward ci
viene presentato mentre cammina per le vie di Firenze diretto al suo albergo,
dopo aver cenato con una ragazza fiorentina.
Lei è Odette
Mills, padre inglese, mamma fiorentina. È una sarta e ha aperto una sua boutique
“Odette Mills-Atelier”. “Capelli lunghi fin sotto le spalle” a metà tra un
arancione carota, con sfumature bionde e un castano. Occhi azzurri. Ci viene
presentata mentre cerca di evitare una discussione con il suo ex ragazzo riguardo
la sua attuale ex ragazza. La nostra protagonista ha vissuto una vita non
facile; la sua è una famiglia disfunzionale, ma non posso renderne manifesta la
causa! Il suo fidanzato l’ha tradita con l’ex migliore amica e, dopo aver
scoperto il tradimento, Odette si è chiusa in sé stessa: “Si sarebbe concessa,
aveva deciso, solo all’uomo che avrebbe atteso con pazienza di conoscerla e di
farsi conoscere. Nessuna storia di una notte, nessun chiodo schiaccia chiodo”.
È una persona complessa “presuntuosa, contraddittoria e permalosa” almeno
secondo il nostro Edward. Ama leggere romanzi di fantascienza e l’unica autrice
classica che tollera è Emily Bronte.
Ah Heathcliff!!!
I due
protagonisti si incontrano nel bar in cui entrambi consumano la colazione e,
per una ragione che non vi posso proprio svelare, si ritrovano a teatro
insieme. La nostra Odette si presenta “ad un appuntamento indossando pantaloni
larghi e una camicia che non regalava neppure il piacere di una piccola
scollatura”. Che sarà mai! Mia sorella si è presentata al bar in pigiama; a sua
discolpa devo, però, ammettere che era un pigiama davvero davvero carino
dell’Hard Rock Cafè, molto casual!
Da questo
momento la situazione tende rovinosamente a precipitare. I due protagonisti si
ritrovano in balia degli eventi, alla mercé di equivoci che potrebbero far
procedere rapidamente lo stato delle cose verso una catastrofe ed alterare gli
equilibri. O ristabilirli. O forse no!
Lo so, lo so,
sono cattiva, vi lascio con tanti dubbi e altrettante domande, ma non posso
spifferare ciò che accade, mi dispiace, posso, però, ammettere di aver scoperto
la Compagnia di ballo di Moses Pendleton,
i Momix e, da brava
ossessivo-compulsiva quale sono, ho proprio dovuto stalkerare la Compagnia su
internet. Dopo aver ammirato i video delle esibizioni, ho preso la superba
decisione di obbligare il mio fidanzato a regalarmi i biglietti dell’ultimo
spettacolo. Sono certa che il mio ragazzo ringrazierà l’autrice con tutto il
cuore, come ha fatto quando l’ho costretto ad andare a vedere “Notre Dame de
Paris”, “La Divina Commedia Opera Musical”, “Romeo e Giulietta, Ama e cambia il
mondo”!
Ora che
abbiamo reso palese il mio interesse per il teatro e farneticato sulla sana
abitudine di costringere il mio ragazzo a fare cose, direi che possiamo passare
ai personaggi secondari:
In pole
position troviamo Costanza, amica di Odette, un personaggio che ho amato
particolarmente in quanto rappresenta la perfetta imperfezione di tutte noi,
non solo a livello emotivo, ma anche e soprattutto fisico.
Al secondo
posto ci piazzo Tommaso, insegnante di italiano di Edward. Ventitrè anni, folti
ricci scuri, occhi neri, “lineamenti armoniosi che gli donavano l’aspetto del
classico bravo ragazzo”.
Eva, amica di
Odette che pare sia la miniatura di Monica Bellucci: “Aveva lunghi capelli
corvini, scalati a disegnare una punta e una frangia lunga”. Purtroppo, come
spesso accade, da ragazza bella e talentuosa si era trasformata in una
casalinga disperata, “accasata con un quarantenne per nulla attraente e, soprattutto,
maschilista”.
Al quarto
posto, a pari merito, o forse è meglio dire a pari demerito, troviamo, Jacopo,
ex fidanzato di Odette e Aiko. Loro non ci piacciono!
George Mills,
padre di Odette, un “uomo maldestro, pieno di buoni sentimenti ma povero di
accortezze”.
Ovviamente ci
sono molti altri personaggi, ma temo di aver già detto troppo, quindi vi lascio
scoprirli da voi! Prego!
I personaggi
sono magnificamente delineati, interessanti e affascinanti con le loro
fragilità e i loro problemi nei quali tutti noi possiamo rispecchiarci. Vivono
nel macrocosmo creato per loro, con maestria, dall’autrice che ci accompagna,
dall’Italia all’Inghilterra, in luoghi descritti con uno sconcertante realismo.
Mentre leggevo avevo l’impressione di attraversare Ponte Vecchio, di prendere
un caffè in Piazza Santa Maria Novella, di passeggiare sulla Queen’s Walk, nel
quartiere di Clapham o sotto la statua di Lord
George Bentinck, di fare compere in Saint Cristopher’s Place. La storia, con i
suoi malintesi, sembra trascinare i personaggi che appaiono prede della
narrazione, salvo per poi mostrarsi, al contrario, capaci di lottare, di
opporsi e di prendere le proprie decisioni.
Prima di
lasciarvi sento proprio il bisogno di aggiungere un’ultima riflessione che
riguarda la seguente frase: “Regnano i sensi e
la ragione è morta” ripresa dal meraviglioso Canzoniere di Francesco Petrarca. Lo so, la mia è deformazione
didattico-letteraria, ma non posso proprio esimermi dal citare il passo perché
ho davvero una passione, no, un’ossessione per i grandi scrittori del passato.
Ringrazio, dunque, l’autrice che mi ha permesso di rispolverare una delle più
belle opere mai scritte e vi lascio con il sonetto numero CCXI (211) del Rerum vulgarium fragmenta:
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