Recensione "Tutto a posto tranne l'amore" di Anna Premoli
Libro: Tutto a posto tranne l'amore
Autore: Anna Premoli
Editore: Newton Compton Editori
Copertina flessibile: 320 pagine
Stampa: 8/02/2021
Dove acquistarlo:
AVVERTENZE!!! Se sentite l’urticante nonché dermatologicamente
non testato desiderio di sottrarre tempo ad una, certamente ben più proficua, ora
di esercizio fisico immergendovi tra le pagine di un romanzo patriarcale in cui
il bell’imbusto di turno, con i suoi guizzanti bicipiti, i quadricipiti turgidi
e gli addominali perfettamente squadrati, salva la ragazza di turno, che è
bella per carità con tutti i pori del viso assolutamente compressi, con le
sopracciglia perfettamente delineate e senza una goccia di adipe intorno alle
vezzose membra, ma ahimè assolutamente asfittica. Dicevo il bell’imbusto la
sottrae al pericolo in cui si era cacciata, ma ora seriamente, cosa poteva mai
saperne lei dell’affilatezza dei fogli A4? La sua unica ambizione era quello di
creare origami a forma di cuore, non poteva, di certo, immaginare la follia
omicida del pezzo di carta. Beh se avete voglia di farvi sottrarre tempo ed
energie da un romanzo del genere, allora NON LEGGETE QUESTO LIBRO!!!!
QUESTO LIBRO NON FA ASSOLUTAMENTE AL CASO VOSTRO se
avete l’esigenza di leggere una favola in cui la bella principessa, la più
bella del reame sia chiaro, mica una qualsiasi, con quegli occhioni da
cerbiatta quasi ipnotici che Erickson spostati proprio, le ciglia lunghe quanto una pista da
sci e i capelli color del grano che lentamente fanno capolino dalla corona di
diamanti e zaffiri che troneggia sulla piccola testolina tonda; dicevo la
principessa che volteggia, strizzata nel suo abito di tulle rosa alla ricerca
di un gentiluomo, meglio se di reali natali perché non può di certo degradare
il suo status sociale, lei che agogna ad avere un principe che la salvi dalla
noiosa, tediosa vita di corte. Effettivamente vivere tra balli in maschera,
ricevimenti, topi che assurgono al difficoltoso compito di sarti ed abiti in
taffettà, tulle, seta, lino deve essere piuttosto arduo.
Se, però, avete voglia di leggere un libro in cui lui
è assolutamente normale, senza addominali d’acciaio che si contraggono alla
minima emissione di CO2 per intenderci, ma impenetrabile e caparbio e lei, che
ci viene presentata come l’essere peggiore mai nato sulla faccia della terra,
ma che poi, in realtà, non lo è affatto. Se avete necessità di sfogliare un
romanzo veritiero, originale e divertente beh QUESTO E’ IL LIBRO GIUSTO PER
VOI!!!
In realtà QUESTO LIBRO FA AL CASO VOSTRO anche se avete voglia di una storia leggermente atipica, a tratti istruttiva e molto, molto intensa. LEGGETE QUESTO LIBRO se soffrite di pensieri intrusivo - ossessivi e, ad un certo punto della giornata, vi ritrovate sedute sul divano, al buio, in tuta, meglio ancora in pigiama di pile e calzettoni a chiedervi chi ha messo in ordine alfabetico l’alfabeto.
LEGGETE QUESTO LIBRO se soffrite di ansia da
bancomat che, nella più totale autonomia, ha ritenuto opportuno elargire soldi
solo se prima ce li hai messi. Mi domando seriamente da dove venga tutta questa
autarchia! La scoperta è sconvolgente!
QUESTO E’ IL LIBRO CHE FA PER VOI soprattutto se soffrite
di stress da disturbi bipolari che lui, carino, “mi piace la tua personalità”.
Precisamente quale delle 15? E vi ritrovate a bere vino bianco, 12% volume, non
meno per carità, alle dieci del mattino mentre, tra le lacrime, osservate il
sole che illumina la valle, i girasoli che seguono il suo percorso, gli
uccellini che intonano ballate, perché non permettete che una bella giornata
rovini la vostra vita di merda!
Al fine di rendere più efficace e meno inopportuna la
recensione, ovviamente di seguito trovate la sinossi copiata e incollata.
Sinossi: Ludovico Paravicini è decisamente prevenuto
in fatto di donne, ma chi non lo sarebbe, al posto suo? L'epilogo del suo
grande amore è stato infatti davvero infelice. In una parola: divorzio. E per
giunta non è stato nemmeno amichevole: Ginevra, la sua ex moglie, anni fa ha
fatto armi e bagagli e preteso da lui un lauto assegno di mantenimento,
autorizzandolo a pensare il peggio di lei. E adesso Ludovico sarebbe ben lieto
di continuare a nutrire questa convinzione. Ma all'improvviso Ginevra ricompare
e sembra molto determinata a fargli cambiare idea. A volte capita che le
persone che si pensa di conoscere meglio riservino delle sorprese assolutamente
imprevedibili. E non è detto che queste sorprese siano negative...
L’autrice è la capacissima e mai scontata Anna
Premoli, "economista di professione, scrittrice per caso" come si
definisce sul suo blog. Pare che la scrittura sia arrivata come "metodo
antistress" durante la gravidanza. Il mio metodo antistress l’alcol! A
volte anche la scrittura…unita all’alcol! La nostra autrice ha all'attivo
moltissimi romanzi tra cui "Ti prego lasciati odiare", vincitore del
Premio Bancarella 2013, "Un imprevisto chiamato amore", "Tutti i
difetti che amo di te", "Non ho tempo per amarti", “Molto amore
per nulla”, recensito dalla sottoscritta proprio qui, “Questo amore sarà un
disastro” che potete scoprire qui e molti altri.
E’ giunto il momento di presentare i protagonisti
della nostra storia:
lui è Ludovico Paravicini, 39 anni, lavora alla VGP
SGR che si occupa di finanza e acquisizioni. Il nostro protagonista non ha il
fisico di Can Yaman, quindi niente muscolo grande pettorale disegnato con il
lapis, niente quadricipite da bodybuilder, niente natiche sode e ben tornite,
niente obliquo esterno dell’addome solido come la Grande Piramide di Giza, niente
obliquo interno dell’addome…..niente obliquo interno dell’addome. Punto! Appartiene
“alla categoria peggiore di irremovibili: è uno ostinato che invece si crede
ragionevole”. Odia incontrare gente
raggiante il lunedì mattina. Perché c’è gente raggiante il lunedì mattina? Ah
si? Non si sentono tutti come mi sento io, ossia incazzata nera perché cosa è
questa storia che, non solo devo svegliarmi, ma devo addirittura alzarmi e
vestirmi? Personalmente odio due cose del lunedì mattina, il lunedì e la
mattina! Ma basta parlare di me, anche se proseguirei senza pormi nemmeno un
problema, sia chiaro, torniamo a Ludovico che ci viene presentato durante il
pranzo della domenica, il cosiddetto pranzo della “mamma”. Oh il pranzo della
mamma! Cos’è? No perché io non ricordo di aver mai visto mia madre svegliarsi
presto per cucinare. Devo ammettere che, almeno due volte la settimana, le
chiedo di prepararmi i pancake per colazione e la sua risposta è, cito
testualmente: “sei adulta. Ti svegli presto, vai a fare la spesa e te li fai da
sola i pamecheche”. Grazie mamma, sei gentile quanto Jack lo Squartatore!
Devo ammettere, però, di sentirmi meno sola dopo aver
letto della mamma di Ludovico che gli regala un abbonamento in palestra perché
pare abbia messo su qualche chilo. Io. La. Amo! Oltretutto a quanto sembra la
storia della vita del nostro protagonista è “è sempre colpa mia”. Uh, uh come
me! Se mia madre non trova il cacciavite a stella numero 10 è colpa mia, se il
nostro “adorato” cane mi morde è colpa mia, se mia sorella non le fa una
telefonata quando sta tornando a casa dal lavoro è colpa mia. Ludovico ti sono
vicina e ti capisco!
Lei è Ginevra Rossi, ex moglie di Ludovico, interior
design, coraggiosa, con una bella faccia tosta, affatto timida nonostante non
sia particolarmente decisa. Nemmeno io sono particolarmente decisa, ma sono
molto, molto timida; se devo parlare in pubblico mi vengono le vertigini,
inizio a sudare come uno scaricatore di porto in Africa alle due del
pomeriggio, sento il mio cervello annebbiarsi e dimentico anche il mio nome. A
nulla è mai valso immaginare tutti gli uditori nudi in quanto l’unica differenza
è che mi viene il voltastomaco e rischio di rimettere la mezza bottiglia di
vino svuotata per darmi coraggio che, per amor del vero, devo ammettere che non
funziona affatto. Ma torniamo a Ginevra, come tutte noi povere mortali, si
sente spesso inadeguata e cerca di uscire dai momenti di compatimento che le
prendono. Vorrei aver la sua caparbietà, invece nei miei momenti di sconforto
mi appare illuminata da un fascio luminoso la sempre cara bottiglia di vino
bianco. Ammetto di avere un problema! La nostra protagonista, dopo aver tolto
la fede non ha più voluto indossare nulla. Che carina! Per me è l’esatto
opposto, cerco disperatamente di farmi mettere la fede al dito, mi va bene
anche un diamante di fidanzamento sia chiaro e, dopo dieci anni, credetemi me
lo merito, ma il mio ragazzo pare essere in disaccordo riguardo entrambe le
opzioni.
Meglio tornare ai nostri protagonisti! Il loro primo
incontro avviene, post divorzio si intende, in tribunale in quanto Ginevra, che
è quanto più lontano da me possa esistere, vuole restituire le somme che il suo
ex le ha versato negli anni successivi alla separazione. Io, al contrario, vado
alla ricerca di un uomo iper ricco che possa mantenermi mentre mi destreggio
tra spa, massaggi e atelier d’alta moda. Ah la vita! Il secondo incontro
avviene al matrimonio di un amico di Ludovico che ha avuto la malsana idea di
sposarsi a inizio febbraio perché costa meno. Credo di dover necessariamente
iniziare a pensarci anche io perché l’uomo iper ricco di cui sopra non si è
ancora presentato alla mia porta quindi devo accontentarmi del mio fidanzato e,
un bel matrimonio al freddo e al gelo, potrebbe non essere del tutto sbagliato,
quantomeno la fitta nebbia che c’è dalle mie parti riuscirà indubbiamente a
nascondere le catene con cui mia sorella dovrà legarmi davanti l’altare per
evitare una fuga epica perché l’ansia mi porta a prendere decisioni malsane.
Sempre se il mio compagno si deciderà ad inginocchiarsi al mio cospetto, sia
chiaro! Il terzo incontro tra i due avviene al parco e, fin qui, non ci sono
particolari problemi. Il guaio inizia dopo il quarto incontro a casa di
Ludovico e il dilagare della pandemia cui siamo tutti, da un anno, tristemente
abituati. Vorrei poter dire di più, lo vorrei davvero, potrei scrivere per ore
inezie e non su questo romanzo, ma il mio istinto di autoconservazione mi
suggerisce di fermarmi qui e ora.
E’ giunto il momento di menzionare i personaggi
secondari:
in pole position, a pari merito, troviamo la signora
Fumagalli (già incontrata nei precedenti romanzi) e Gloria Paravicini, la mamma
di Ludovico. Entrambe Dei ex machina del romanzo, ma non ve ne svelo il motivo.
La signora Fumagalli, per chi non avesse letto le precedenti storie, è una
vecchietta arzilla che “possiede la notevole capacità di assestarti dieci colpi
mortali con due domande”. La signora Paravici è “una donna di buon cuore che fa
fatica a staccarsi dalle persone che ha imparato a voler bene, persino quando
l’evidenza mostra che si farebbe meglio a evitare”. È simpaticissima, vuole dei
nipotini ma casca male: Lucrezia, la figlia, è lesbica e Ludovico è divorziato.
Al secondo posto troviamo i due colleghi e amici di
Ludovico: Edoardo Gustani, per cui “ogni decisione, anche la più deprimente,
può rivelarsi buona per alcolizzarsi”, e Lorenzo Vailati che, con il suo lato
vanesio, ha conquistato “Cerbero”, ma non vi dico chi è. Per scoprirlo temo
dovrete impegnarvi a leggere i romanzi della Premoli.
Ultimo, ma non per importanza, sia chiaro Giacomo, o Jack, o Attila. Decidete voi, “piccolo esemplare canino dal carattere non propriamente angelico”.
Devo ammettere di aver amato questo romanzo, i
personaggi sono concreti oltre ogni aspettativa, delineati, sia
psicologicamente che caratterialmente, molto bene. I protagonisti sono, a mio
modesto parere, perfetti, rappresentano la mancanza di dialogo e l’incapacità
di comprensione che, troppo spesso, si insidiano nei rapporti fino a logorarli.
Ginevra e Ludovico, pur dialogando, non parlano mai davvero, non esprimono i
loro io più intimi, appaiono legati, ma disorganici e sconnessi al contempo.
L’autrice, come di consueto, riesce a creare microcosmi completi in cui i
personaggi si muovono, traballano, cadono e si rialzano, spesso con un piccolo
incentivo proveniente dalla storia che li accoglie e che cresce, si modifica
con loro.
Il mio consiglio è di leggere questo romanzo e, se
avete modo, anche i precedenti perché meritano di essere assaporati.
CONSIGLI SPARSI
Dopo i miei sproloqui riguardo il nostro romanzo, ecco
a voi ulteriori sproloqui sulla bevanda da accompagnare alla lettura, una bella
tisana ai chiodi di garofano, cannella e, perché un, po' di zenzero. Per
prepararla dovete mettere a bollire l’acqua, sbucciare la radice di zenzero e
tagliatela in fette sottili, spezzettate poi la cannella, potete usare anche
quella in polvere, e una volta che l’acqua ha raggiunto lo stato di ebollizione
aggiungete gli ingredienti. Lasciate bollire qualche minuto, poi spegnete il
fuoco lasciando riposare il tutto per circa dieci minuti.
Questa tisana, oltre all’ottimo gusto, ha molteplici
proprietà: aiuta ad accelerare il metabolismo, che non fa mai male, è
antinfiammatoria, aiuta a combattere il raffreddore e i problemi gastrici. I
chiodi da garofano sono afrodisiaci naturali, quindi se siete ad un
appuntamento con un bel ragazzo, offritegli una quantità industriale di chiodi
di garofano e fatemi sapere come va a finire la serata!
Commenti
Posta un commento