Recensione "Molto amore per nulla" di Anna Premoli
Libro: "Molto amore per nulla"
Autore: Anna Premoli
Editore: Newton Compton Editori
Copertina flessibile: 319 pagine
Stampa: 24/02/2020
Dove acquistarlo:
Ieri, nell’esatto momento in cui ho
preso la vantaggiosa decisione, dopo tre mesi di totale inerzia, di tornare a
praticare un minimo di attività fisica che andasse oltre il sollevamento del
telecomando per cambiare canale al televisore, mi sono ritrovata tra le mani il
nuovo romanzo di Anna Premoli e proprio non ho potuto ignorare la cosa e far
finta di nulla, motivo per cui ho abbandonato i miei buoni propositi ginnici e mi sono magicamente ritrovata distesa sul
divano, con il pigiama di pile, le babbucce rosa shocking che mi aveva
confezionato nonna Maria dieci anni fa, una coperta grigio topo disseminata di
piccoli opossum, comprata a Natale da mia madre non si sa per quale oscuro motivo,
e gli occhiali da lettura.
Lo so, in questo periodo di
reclusione forzata avrei certamente dovuto dedicarmi ad attività più produttive,
allo sport o magari allo studio, ma ahimè appena ho letto il titolo “Molto
amore per nulla”, mi è scattato qualcosa dentro che mi ha obbligata a leggere
il romanzo, quindi ve lo sto propinando!
Prima di introdurci nel
divertente mondo creato dall’autrice è “rovinosamente necessario” ricordare di STARE
A CASA e di seguire le regole che, per l’incolumità di tutti, devono essere
rispettate.
Le elenco di seguito e vi invito davvero a seguirle:
- evitare gli spostamenti,
STIAMO A CASA;
- lavare spesso le
mani con acqua e sapone o usare un gel a base alcolica;
- non toccare occhi,
naso e bocca;
- evitare strette di
mano e abbracci;
- coprire la bocca e
il naso con fazzoletti monouso quando si starnutisce o tossisce, oppure usare
la piega del gomito;
- evitare contatti
ravvicinati mantenendo la distanza di almeno un metro.
Queste sono le mie avvertenze per
questa recensione.
Ora possiamo passare al romanzo e
cercare di distrarci, per quanto possibile, dalla brutta situazione in cui ci
troviamo.
L'autrice è Anna Premoli
"economista di professione, scrittrice per caso" come si definisce
sul suo blog. Pare che la scrittura sia arrivata come "metodo
antistress" durante la gravidanza. Ha all'attivo moltissimi romanzi tra
cui "Ti prego lasciati odiare", vincitore del Premio Bancarella 2013,
"Un imprevisto chiamato amore", "Tutti i difetti che amo di
te", "Non ho tempo per amarti", “Questo amore sarà un disastro”,
romanzo già recensito in precedenza dalla sottoscritta. Qui il link della
recensione!
Ovviamente ecco a voi la sinossi
copiata e incollata al fine di evitare inutili spargimenti di royalty.
Sinossi: Viola Brunello ne ha
abbastanza degli uomini. Soprattutto di quelli che pensano di poter sfruttare
la sua brillante intelligenza per i propri scopi. Avvocato d’affari e con uno
studio avviato da poco, Viola non vuole perdere tempo a inseguire sogni romantici
che in fondo al cuore ritiene del tutto irrealizzabili. Preferisce concentrarsi
sulle sfide lavorative e sulla sua famosa “lista”, quella che ha compilato in
una serata dall’elevato tasso alcolico. Sebbene l’idea sia nata per caso, ben
presto Viola si lascia entusiasmare dall’idea di eliminare tutti i punti della
sua “bucket list”: è così che decide di buttarsi in avventure che non pensava
potessero proprio fare per lei… Una cosa è certa: le sfide...
Lei è Viola Brunello (come il
Brunello di Montalcino Biondi Santi), detta anche “scassapalle di dimensioni
bibliche” . E’ un avvocato e, se avete avuto modo di leggere il precedente
romanzo dell’autrice dal titolo ”Questo amore sarà un disastro”, la conoscete
già, nel caso in cui non abbiate provveduto alla summenzionata lettura, magari perché
le vostre newsletter letterarie non sono tanto news, o magari perché siete
state troppo prese dal lavoro o da un uomo o da qualsiasi altra cosa/persona,
beh non lasciatevi prendere dal panico, vi dico io chi è Viola Brunello.
Innanzitutto sia messo agli atti
che non è una “fashion victim”, esattamente come me, che se posso evitare di
togliere il pigiama sono la persona più felice del mondo; non vi dico da quanto
tempo indosso questo bel pigiama coi i pois viola e un grosso cane leggermente
strabico stampato sulla maglietta in pendant, non lo dico perché mi vergogno! Ma
torniamo a Viola, è una donna pragmatica, single e gran lavoratrice. “Taglio
corto di capelli”, “gusto molto classico nel vestire”. “La mancanza di spirito
di osservazione da parte degli altri è invece il mio punto di forza”.
La prima
cosa che ci viene presentata della protagonista la sua bucket list della quale
ovviamente non posso elencarvi tutti e tredici i punti, ma posso scrivere quelli
che io ho già spuntato.
Al primo posto troviamo “Indossare un vestito corto e
rosso (molto corto e molto rosso)”, questo l’ho fatto ad una festa qualche anno
fa perché ora la mia me interiore ha preso posizioni riguardo l’età e ha deciso
che devo essere vecchia dentro, quindi niente più vestiti, niente rosso, niente
più feste. La sera di questa famosa ricorrenza c’è stato qualche piccolo
disguido con i colori, io l’abito molto
corto e molto rosso l’ho indossato, ma dovete sapere che sono di carnagione
molto, molto chiara per cui se prendo il sole la mia pelle non diventa bronzea
e perfetta, ma rosso peperoncino calabrese, quindi diciamo che il vestito molto rosso, con la pelle molto
ustionata (perché ovviamente mi ero addormentata sotto il sole) non genera l’effetto
sexy desiderato, quanto piuttosto l’effetto lampadario porno olandese. Senza alcun rammarico sia chiaro!
Ma continuiamo con la lista: al
secondo posto troviamo il seguente punto “Stare fuori tutta la notte e veder
sorgere l’alba”, anche questo spuntato dalla sottoscritta, più di una volta in
realtà. L’unico, piccolo, infinitesimale problema è che dell’alba non ho
memoria. Secondo voi vale lo stesso? Lo sapevate che se bevi un solo cocktail
con quattro bianchi poi non ricordi che tua sorella ti ha portata a casa in
braccio nonostante sia più bassa, piccola e magra di te?
Al terzo posto c’è il seguente
punto: “Ballare sui tavoli”, fatto anche questo per vincere una scommessa. Per
chi avesse la necessità si saperne di più, sappiate che la scommessa l’ho
vinta, ma la figuraccia è stata epica!
Al quarto posto troviamo “Saltare
da un aereo con il paracadute”, io ho fatto parasailing, so che non è la stessa
cosa, ma lo faccio valere lo stesso! Dovete sapere che quel portento del mio
fidanzato aveva detto che era divertente e che non avremmo raggiunto una quota
troppo alta, beh sappiate che non è così. Il risultato è stato il seguente: io
piangevo come Cicciobello Bebè e urlavo a squarciagola sciorinando frasi
sconnesse su Paradiso e Inferno e frammenti di preghiere che circolavano a
briglie scolte e senza senso nella mia mente e lui, insieme all’equipe, rideva
a crepapelle. Pare si siano talmente divertiti che mi hanno chiesto se avessi
intenzione di provare nuovamente gratis perché volevano registrare tutto con la
telecamera. Ma dico io le foto di me terrorizzata e piagnucolante con il
moccolo che sbarcava dal mio naso per discendere verso nuovi lidi, gli occhi serrati
con il mascara sbavato e le mani ancorate con tanta forza alle corde che per
poco non mi lussavo un polso non erano abbastanza?
Questi alcuni punti della sua
lista.
Ma proseguiamo. Viola ha avuto
una relazione con il suo ormai ex capo, quando si sono lasciati ha impiegato
ben sei settimane per abbandonare il lavoro e aprire uno studio suo.
Non fa alcuna attività fisica a
parte la pedalata “a meno che la corsa in tribunale diventi disciplina
olimpica”. Io pratico lo sport estremo di alzare le punte per prendere la
Nutella dall’armadietto alto della cucina. Molti potrebbero prendermi in giro, beh
a questi vorrei specificare che rischio le caviglie ogni volta perché la
nutella è stata posizionata veramente veramente in alto.
La nostra protagonista è una donna che ama il
suo lavoro e ama “la vastità di settori che potenzialmente rientrano nel suo
raggio d’azione”. Vi svelo quali sono questi ambiti: economia, politica
internazionale, bazzecole insomma.
Anche i miei interessi hanno un raggio d’azione ampio: Nutella, cioccolato,
bianco se possibile, babbà, ma anche pasta alla carbonara, pizza ai funghi
porcini e soprattutto la Kinder Fiesta, ho una passione smodata per questa
merendina, ne sono ossessionata, motivo per cui mi sono data la regola di
mangiarne una o due al mese, non di più. Ammetto che non sempre riesco nell’intento.
Si fa quel che si può!
Ma torniamo a Viola. Ogni
settimana si reca “a casa di un’ottuagenaria a prendere l’aperitivo” e
soprattutto si intende di vino “nel senso che amo berlo” e, dopo tale
ammissione, non posso fare a meno di amarla, perché anche io adoro il vino, non
che sia un’alcolizzata sia chiaro, non c’è bisogno di chiamare gli alcolisti
anonimi per ora (scherzo!), ma ho l’abitudine, quando sono a casa, di preparare
aperitivi a base di vino e cibo (i carboidrati sono necessari quando si prende
l’aperitivo). E’ una donna molto forte, sembra d’acciaio “non mi piace passare
per una donna senza spina dorsale, proprio non lo tollero. Piuttosto fingo e
dentro muoio”. Dopo l’esperienza con il suo ex capo/amante ha preso in mano la
sua vita, ma odia gli uomini, soprattutto quelli belli.
Lui: Lorenzo Vailati, detto anche
“bel faccino”, lavora alla VGP SGR che si occupa di finanza e acquisizioni, ed
è “un uomo così ridicolmente attraente” con quei “capelli boccolosi lasciati un
tantino troppo lunghi”, ha inoltre la “brutta abitudine di voler avere
ragione”. Come la nostra Viola anche lui pare si intenda di alcol, nel senso
che “riesco a reggere incredibili quantità di alcol”. Si come no, dicono tutti così!
Per Lorenzo la nostra caparbia
protagonista è “odiosa, litigiosa, sempre pronta a riprenderti e per nulla
attraente”, anzi per amore del vero si deve sottolineare che “per subire il suo
fascino dovrei essere cieco e sordo”. Lui è testardo, a volte infantile, ma
molto molto simpatico. All’inizio sembra spavaldo e arrogante e forse lo è,
anzi sicuramente, ma nel tempo sfoggia un lato più umano, si mostra per quello
che è realmente, un uomo che non vuole sempre essere giudicato solo
dall’aspetto e che non vuole sempre giudicare una persona solo dall’aspetto.
Lei è una donna tutta d’un pezzo,
lui sembra il figo della situazione, ed effettivamente lo è, figo intendo, ma in
fondo vuole solo essere capito e apprezzato. Entrambi hanno dei problemi che
hanno mischiato “creando una miscela esplosiva”
Il primo incontro tra i due
avviene nell’ufficio di Viola, ma lei è indignata “da un lato perché è palese
che stia cercando una veloce scorciatoia per arrivare alle informazioni che gli
servono, dall’altro perché lo sta facendo con una donna che sa bene essere un
obiettivo facile. Solo sulla carta”. Vi
spiego cosa sta accadendo: la VGP, la società in cui lavora Lorenzo, ingaggia
Viola per seguire una potenziale acquisizione. Lui le regala dei fiori viola.
Un genio, non c’è che dire!
Si incontrano di nuovo, mesi
dopo, sempre per lavoro. A quanto pare Lorenzo su Viola “esercita lo stesso
fascino che potrebbe avere una vacanza ad agosto a Formentera per un amante
della privacy e della tranquillità”. I due, sempre per motivi di lavoro sia
chiaro, si ritrovano a cena insieme e lei “gli dà del filo da torcere in tema
di bicchieri mandati giù”.
Poi si ritrovano per caso, molto
poco per caso in realtà, in una clinica oftalmologica. “La verità è che Viola,
con quel suo modo di fare disinteressato, ha colpito un punto debole che quasi
non sapevo di avere. Il timore di non essere preso sul serio”. Carino lui!
Si incontrano di nuovo al cinema
perché lui ha “ragionato a fondo sulla questione in modo da individuare cinema,
sala e persino film”.
Ci saranno altre occasioni di
incontro ma non posso certo svelarle tutte altrimenti non leggerete il libro.
Passiamo ai personaggi secondari
che hanno il ruolo fondamentale di modellare la storia.
In pole position non posso che
proporre la signora Serena Fumagalli, detta anche “vecchia ottuagenaria”, che
adoro perché io mi vedo esattamente così tra cinquant’anni: pungente, diretta, a
volte simpatica, a volte meno, molto poco accondiscendente e amante di
aperitivi. Mi ci vedo proprio a preparare Margarita modificandone la ricetta
originale per renderli più alcolici! Il suo motto è “Da qualche parte nel mondo
sarà l’ora giusta per bere, non trova?” Io. La. Amo.
Al secondo posto, a pari merito,
ci piazzo Edoardo ed Elena, amici dei protagonisti. Lui che “verso la sua Maserati
ha una sorte di venerazione mistica”, lei che “fa parte del fortunato gruppo
dei belli”.
Al terzo posto troviamo Marta, la
segretaria di Viola “una ragazza di grande valore, attenta e scrupolosa” Una
perfetta segretaria “è una di quelle persone che possono permettersi i colori”.
Ed ultima, ma non per importanza
sia chiaro, la signora madre, la mamma di Viola che “pur avendo sessantacinque
anni, è in splendida forma (grazie anche all’aiuto del suo migliore amico,
ovvero il chirurgo plastico), sembra non sia così, ma in fondo anche lei ha un
cuore “Certe volte le persone tendono a considerarti monodimensionale, come se
non ci fosse altro da scoprire oltre a un bel viso o un bel corpo. Finiscono
quasi per fartelo credere, tanto che arrivi a dubitare di te stessa”.
I personaggi sono simpatici,
realistici, a volte sembrano plasmare la trama, a volte si lasciano trasportare
da essa proprio come facciamo tutti noi. Il microcosmo creato dall’autrice è
assolutamente veritiero, rispecchia il mondo, le persone con tutte le loro
sfaccettature, le loro paure, i pensieri, i desideri, i sogni. L’autrice è
riuscita a dar vita a personaggi nei quali chiunque di noi può rispecchiarsi.
I dialoghi sono molto divertenti,
vi faccio un esempio:
“Ma esci? Con chi?”
“No guarda metterò un vestito
rosso con tacco vertiginoso per fare le pulizie in casa”
“Sexy. Vuoi venire a farle anche
a casa mia?”
“Siamo quasi nel 2020 e tutto
quello a cui riesce a pensare la mente maschile è una donna in tacchi a spillo
che pulisce? Davvero?”
“Cosa posso dire: noi uomini
siamo creature elementari certe volte”.
Questo libro, attraverso le
battute di spirito, il sorriso, a volte il rammarico e la paura, ci insegna a non farci abbagliare dall’apparenza,
a non credere che l’apparenza sia l’unica cosa di noi che gli altri vedono.
Vi lascio con una frase del romanzo
che a me è piaciuta particolarmente.
“Questa storia di non essere all’altezza,
e per di più solo per una questione fisica, è appunto una grandissima cazzata”.
CONSIGLI SPARSI:
Oggi ho deciso di bypassare le
tisane e darvi la ricetta delle zeppole di San Giuseppe, sia perchè oggi è San
Giuseppe, sia perchè in questo periodo di nullafacenza forzata avete la
possibilità di cimentarvi in cucina, come stiamo facendo io e mia sorella!
RICETTA PER ZEPPOLE DI SAN GIUSEPPE:
Per la pasta bignè:
125 gr di acqua
83 gr di burro
125 gr di farina
Un pizzico di sale
4 uova
In una casseruola portare a
bollire acqua, burro e sale. Fuori dal fuoco unite la farina setacciata e
aggiungetela agli altri ingredienti nella casseruola e girate con una frusta o
un cucchiaio di legno. Mettete poi un uovo per volta nell’impasto, io ho fatto
in questo modo: ho messo l’uovo e ho girato finchè non si è amalgamato, poi ho
fatto lo stesso con gli altri, sempre uno per volta. Quando è giunta a cottura,
ovviamente dopo averla fatta raffreddare un po', con una sac a poche (va bene
anche la busta del congelatore) formate delle corone. Infornate tutto a 180
gradi per 25 minuti nel forno statico.
Per la Crema pasticcera
2 uova
4 cucchiai di zucchero
4 cucchiai di farina
500 ml di latte
1 scorza di limone
In una casseruola fate
riscaldare, non bollire, latte e limone. Fuori dal fuoco unite la farina, lo
zucchero e due uova e amalgamate, poi versate il latte e mettete tutto a
bollire.
Infine trasferite la crema
pasticciera all’interno della sac à poche (o nella busta del congelatore) e
distribuitela sulle zeppole, che avrete spolverizzato di zucchero a velo.
Completate guarnendo con le amarene.
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