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Recensione "Spiacente, non sei il mio tipo"



Libro: Spiacente, non sei il mio tipo

Autore: Anna Zarlenga

Collana: Anagramma

Editore: Newton Compton

Copertina flessibile: 284 pagine

Stampa: 14/03/2019

Dove acquistarlo:

https://www.amazon.it/Spiacente-non-sei-mio-tipo/dp/8822729358


https://www.newtoncompton.com/libro/spiacente-non-sei-il-mio-tipo










AVVERTENZE!!! Se sentite la travolgente esigenza di leggere una storia alla Cenerentola che necessita obbligatoriamente di un principe azzurro per ritrovare la sua preziosa scarpetta di cristallo, della fata madrina per rinnovare il guardaroba perché non è in grado di pensarci da sé, e di una squadra di topi che coadiuvino l’alto momento della vestizione, NON LEGGETE QUESTO LIBRO!!!

Se volete immergervi in una storia di fate smemorate, elfi solerti, nani stacanovisti, principesse ebeti che si lasciano ingannare dalla strega cattiva che vuole solo metterle a dieta a suon di mele o, in alternativa, se volete leggere di principesse che, ignorando i consigli di un intero reame, si pungono con il fuso di un arcolaio, NON LEGGETE QUESTO LIBRO!!!

Se sentite un’irrefrenabile esigenza di immergervi in una storia su eroi in calzamaglia di Tezenis, dalla discutibile personalità che devono uccidere il drago e recuperare quel che resta della sanità mentale della principessa, allo stesso modo NON LEGGETE QUESTO LIBRO!!!

Ma se avete bisogno di una storia che vi detragga dalla vita di tutti i giorni per qualche ora, se sentite la necessità di leggere storie di eroine moderne che non si lasciano ammaliare dal primo principe azzurro che passa, che non si lasciano distrarre da fate maldestre e animali parlanti o da uomini dai brillanti capelli, cosparsi di olio di oliva, beh QUESTO E’ IL LIBRO GIUSTO!!!

In realtà QUESTO LIBRO FA PER VOI anche se soffrite di ansia da correzioni persistenti di frasi ipotetiche con congiuntivo e condizionale annessi e connessi, se soffrite di stress da calze appena comprate che si sfilacciano nel momento stesso in cui vengono tirate fuori dalla confezione originale e, ultimo ma non per importanza, se soffrite di ansia da prestazione da palcoscenico che vi assale durante la serata di karaoke al bar dietro l’angolo, che mette in palio un mese di consumazioni gratuite di alcol e sentite la travolgente necessità di mandare in bancarotta i proprietari!


L’autrice è Anna Zarlenga, insegnante, moglie, madre e blogger come si evince dal suo profilo Facebook. Nata a Napoli, laureata in Lettere Moderne, appassionata di cinema e di teatro comico. I suoi romanzi: “Ostinatamente single” e “Amore fuori programma”, oltre ovviamente al nostro “Spiacente, non sei il mio tipo”.

Potete trovarla qui: 
https://it-it.facebook.com/pg/annazarlengaautrice/about/?ref=page_internal


Terminati i dovuti avvertimenti, passiamo alla sinossi che, come sempre, ho copiato ed incollato solo per voi!

SINOSSI: Sara e Teo non potrebbero essere più diversi. Lei lavora come ricercatrice all’università, lui è un figlio di papà che presto o tardi erediterà una casa di produzione televisiva. Lei è bassina, ha forme morbide ed è poco appariscente, lui è il classico playboy sbruffone. In sostanza non hanno nulla in comune se non, a quanto pare, un’indiscussa antipatia per i matrimoni. Ed è proprio a una cerimonia di nozze che si conoscono e hanno modo di trovarsi insopportabili a vicenda. La reciproca e dichiarata incompatibilità non impedisce loro di dare inizio a un battibecco che li porta, un po’ per sfida, un po’ per gioco, a oltrepassare il limite… Ma nessuno dei due dà peso alla cosa: sono perfettamente consapevoli di non piacersi e che non si incontreranno mai più. I piani del destino sono però ben altri. Dopo una vita passata a dissipare soldi senza realizzare granché, Teo è costretto dal padre a riprendere a frequentare l’università: in caso contrario potrà dire addio al suo lavoro nell’azienda di famiglia. E il caso vuole che una delle sue docenti sia proprio l’insopportabile ragazza conosciuta mesi prima a un matrimonio…

Questa è la sinossi, potete trovarla su qualsiasi sito, io personalmente l’ho pescata direttamente dall’ebook che ho comprato e diligentemente scaricato sul mio ereader!
Ma bando alle ciance, andiamo avanti ed iniziamo il nostro viaggio alla scoperta di questo romanzo effervescente.

I protagonisti: lui e lei of course!

Lui è Teodoro Pagani, detto Teo per fortuna, ma potete chiamarlo “the official” oppure “the original” non si offende di certo! Teo lavora per uno studio di produzione, lo studio del padre in realtà che però, dall’alto del suo buon senso, ha deciso di dargli un ultimatum: o torna all’università e dà un senso al suo ruolo nella società o lo licenzia! Ah l’amore paterno!
Viene introdotto nella storia durante il matrimonio del suo migliore amico. Scelta interessante se teniamo presente che Teo odia i matrimoni “mi sono vestito di nero. Pantalone neri, giacca nera, cravatta nera, occhiali da sole scuri. Sembro un becchino ed è esattamente la mia intenzione”.  Carino lui! Un altro campione, proprio come i protagonisti dei romanzi che ho recensito in precedenza! Mi sta davvero baluginando nella mente l’idea di organizzare un’asta di prototipi di uomini moderni. Devo proprio chiedere al kebabbaro sotto casa se è intenzionato a mettere a disposizione la sala sul retro!
Ma torniamo al nostro protagonista: si chiede continuamente “cosa spinge un uomo alla monogamia?” Beh me lo chiedo anche io, soprattutto quando il mio fidanzato preferisce le serate tra amici al divano di casa e serie tv con me!

Piccola informazione, oltre ai libri, la mia altra grande ossessione sono le serie tv! Se avete bisogno di consigli, non esitate a chiedere!

Dopo questa informazione necessaria quanto una cover protettiva al Nokia 3310, proseguiamo a parlare di Teo che, come Amleto, ha dei dubbi esistenziali eccezionalmente forti: “Perché dovrei farmi tormentare da una sola donna per tutta la vita?”, si chiede! Ma certo, che dolce, non è forse meglio farsi tormentare da più donne? Genio! Non so se ne sei a conoscenza, caro il mio protagonista, ma devi essere molto, molto, molto fortunato nel riuscire a trovare una donna che non vuole impegnarsi: puoi anche essere convinto di aver pescato l’unica donna al mondo che non ha assolutamente nessuna intenzione di mettere su famiglia, ma le probabilità che sia davvero così sono più basse dei nani di Biancaneve!
In un primo momento, quindi, Teo appare allergico a qualsiasi tipo di legame. Lo devo ammettere: a differenza di alcuni personaggi pieni di sé che sono tendenzialmente odiosi quando vengono presentati (almeno per me), questo non incoraggia una mia particolare avversione nei suoi confronti perché è davvero, davvero simpatico. Ha la lingua più biforcuta di un serpente e non accetta assolutamente di essere ignorato. Questa consapevolezza mette in movimento una serie di avvenimenti necessari al prosieguo della storia!
In realtà lui fa tutto da solo: vuole lei, ma non la vuole perché “non si avvicina nemmeno lontanamente al mio tipo”; torna all’università ma non ha intenzione di studiare; odia i legami, ma non riesce ad accettare che lei esca con altri. Cucciolo! Scopre la gelosia e questa epifania lo destabilizza. È la quintessenza di uomo: sa quello che vuole, ma alla fine scopre che quello che aveva creduto di volere, non era quello che voleva davvero. Dicono che le donne sono non so quanto dolcemente complicate, ma nemmeno gli uomini scherzano!
Il suo motto è “quando ti annoi, individua delle belle mutandine”. A questo punto sono tristemente consapevole di non avvicinarmi nemmeno lontanamente al suo tipo! Non so a voi, ma a me piacciono le mutandine anonime, comode all’inverosimile, possibilmente di cotone!

Passiamo alla protagonista: Sara Doria, dottoressa, docente di semiotica e qui urge una spiegazione sulla semiotica che ho deciso di elargire perché sono andata a cercarla sull’enciclopedia Treccani consapevole della pigrizia che ci accomuna e che mi fa credere che voi non vi sareste mai immerse nella ricerca in questione! Per questa volta lo sforzo l’ho fatto io! Prego!
Definizione di semiotica: scienza generale dei segni, della loro produzione, trasmissione e interpretazione, o dei modi in cui si comunica e si significa qualcosa, o si produce un oggetto comunque simbolico. Ad esempio chi ama tende ad interpretare sguardi, sorrisi, gesti della persona che ama per capire se è corrisposto. Ma attenzione se state mangiando un panino del McDonald’s e chi amate vi sta’ guardando è altamente probabile che lo stia facendo perché la salsa del Big Mac vi sta colando giù per il mento! Quindi semiotica sì, ma con cognizione!

Perfetto! Dopo questo piccolo excursus necessario quanto la diatriba sull’inserimento della parola petaloso nel vocabolario, passiamo a Sara, detta anche “la donna tappo”. Anche lei odia i matrimoni “cosa ci trovi di romantico in una folla di persone riunite in pieno luglio a sudare sotto la cupola di una chiesa?” ah per quanto mi riguarda, a parte i fiumi di alcol, assolutamente nulla! Questa ragazza mi piace!
Anche lei viene immessa nella storia durante un matrimonio, che poi è quello della sorella a cui ovviamente è stata costretta a partecipare. E, contro ogni ragionevole aspettativa, è proprio ad un matrimonio che i due protagonisti si incontrano anzi, è più opportuno dire, si scontrano. Lui vorrebbe mettere in atto la sua tattica dello sguardo “solo per provare a me stesso che non sto perdendo colpi, ma c’è un problema: lei non ci vede”.

Ma torniamo a Sara: donna divertente, arguta, intelligente e colta nonostante insegni una “pallosissima materia”. A volte, purtroppo, dimentica chi è e lascia che l’uomo di cui crede di essere innamorata tragga illeciti vantaggi dai suoi sforzi, ma alla fine……no, non ve lo dico,  per saperlo dovrete leggere il libro!

Nella prima parte del romanzo Teo non ha una buonissima impressione di lei “questa qua è bionda, ma è l’unica caratteristica di pregio: per il resto, oltre ad essere bassa, è piuttosto in carne e ha un viso anonimo”. Ma ben presto si rende conto che questa qua è diversa dalle altre “non trema per l’attesa, non mi guarda con desiderio….….lei che dovrebbe portare un ex voto alla Madonna del Carmine solo per avere l’onore di condividere la mia aria”. Lo so che in questo momento Teo vi sembra detestabile, ma fidatevi non lo è affatto!
L’autrice ha ben altri piani per lui: “eppure, sarà scialba, occhialuta e anonima, ma stasera quasi non ci ho fatto caso”. Questo, almeno per me, è stato il punto focale, il momento di svolta, il capovolgimento della situazione che la scrittrice ha espresso con eccellente perizia scritturale.

Bene, ora passiamo ai personaggi secondari che fanno da sfondo ai protagonisti:

In prima posizione ci piazzerei il Professor Cristoforo Costa detto anche “professor pezzente” o “gufo impagliato” perché è fondamentale nella presa di coscienza di Teo, quindi si, il podio è suo! (Ovviamente non vi dirò di più!).
Troviamo poi Silvio, migliore amico di Teo, cognato di Sara altrimenti detto “il condannato”; Sonia, sua moglie e sorella della protagonista, detta anche “la ruba-amici, la rovina-vite”; Eleonora che “ha pochi peli sulla lingua” collega di Sara, amica, forse qualcosa di più, forse no; end last but not least, Gennaro “lo stalker personale” di Teo chiamato anche “sciupafemmine” ma solo da lui!

I personaggi hanno caratteri ben delineati, sono divertenti, affascinanti, simpatici e totalmente concreti. Giocano letteralmente con la trama, costruita su misura per loro. Proprio la trama li coinvolge, li mette in situazioni a volte imbarazzanti dalle quali riescono ad uscire con magistrale abilità. Non si lasciano abbattere dalle circostanze e dalle umiliazioni, ma reagiscono dimostrando forza e carattere. Hanno pregi e difetti, punti di forza e di debolezza esattamente come tutti noi. Chi non si è mai fatta trattare a pesci in faccia dall’uomo di cui era innamorata? Io sinceramente non me la sento di mentire!

I dialoghi sono frizzanti, piacevoli, divertenti e trasparenti spesso in maniera spiazzante, a tratti imbarazzanti:
“Scommetto che baci come mia nonna”
“Questa è una battuta sconcia. Complimenti. Anche tu hai un ormone nascosto da qualche parte” Non vi dico qual è la battuta e non vi dico nemmeno quali sono i dialoghi a tratti imbarazzanti!

In questo romanzo ci sono tutti gli ingredienti per una storia frizzante: un incontro ad un matrimonio tra due persone che odiano i matrimoni, un bacio perché “non posso tollerare che qualcuno mi dica che non so fare una cosa in cui eccello”. Una tentata, forse riuscita corruzione, o forse no. “Un piano perfetto” che però fa acqua da tutte le parti perché lei “è un osso più duro di quanto mi sarei aspettato”.


Vi lascio con una frase che ho particolarmente amato: “E se poi per vivere nel dubbio ci precludiamo la felicità?”



CONSIGLI SPARSI

Eccoci giunti al momento dei consigli sulla tisana adeguata alla lettura di questo romanzo. La scelta si è riversata sul tè alla rosa, non solo perché il libro è, ovviamente, un romanzo rosa, ma anche perché il colore di questo tè riprende quello della macchina tanto carina disegnata in copertina. L’infuso in questione è particolarmente buono, oltre ad essere antisettico, astringente e rinfrescante. In genere viene usato per lo stress primaverile, ma chi lo dice che possiamo essere stressate solo in primavera? Personalmente l’ansia che mi assale tra Novembre e Dicembre è  notevole, sicuramente maggiore rispetto a quella primaverile, tra addobbi di Natale, albero, presepe, muschio che imbratta tutto ciò che tocca, palline colorate, luci avvoltolate peggio del labirinto di Cnosso e sfortuna vuole che non ci sia lì Teseo ad aiutarmi, perciò la maggior parte di quelle belle lucine viene gettata via perché la pazienza non è affatto una mia virtù! Io trovo tutto ciò particolarmente sfibrante. Ma continuiamo con il nostro tè: la rosa ha un effetto terapeutico in caso di disturbi digestivi, soccorre la peristalsi, che non fa mai male, e aiuta a combattere la fame nervosa, perciò da ora in poi invece di andare ad aprire l’anta delle merendine in piena notte, mettete un po’ d’acqua nel bollitore e vedrete che la vostra bilancia vi ringrazierà!
Piccolo aneddoto leggendario sulla rosa: nella mitologia greca e romana, la rosa era associata al mito di Adone e Afrodite. La dea, innamorata del giovane cacciatore, non è riuscita a salvarlo dall’attacco di un cinghiale. Nel soccorrere l’amato, Afrodite si ferisce con dei rovi e il suo sangue fa sbocciare delle rose. Zeus commosso dal dolore della dea, permette ad Adone di vivere quattro mesi nell‘Ade, quattro nel mondo dei vivi e altri quattro dove avrebbe preferito: per questo la rosa viene considerata simbolo dell’amore che vince la morte e anche di rinascita. Adoro la mitologia!












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