Recensione "Notte numero Zero" di Rebecca Quasi
Libro: "Notte numero Zero"
Autore: Rebecca Quasi
Editore: DriEditore ContemporaryRomance
Copertina flessibile: 462 pagine
Stampa: 13/01/2020
Dove acquistarlo:
DriEditore
Amazon
Sinossi:
Voi avete letto questo bellissimo romanzo? Cosa ne pensate?
Libro: "Notte numero Zero"
Autore: Rebecca Quasi
Editore: DriEditore ContemporaryRomance
Copertina flessibile: 462 pagine
Stampa: 13/01/2020
Dove acquistarlo:
DriEditore
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AVVERTENZE!!!Se avvertite la disarmante necessità di leggere un romanzo
in cui la perfetta protagonista, la principessa dai grandi occhi azzurro cielo e
le lunghe chiome color del sole se ne sta rinchiusa nella sua torre dorata in
compagnia di topi che assurgono alla mansione di camerieri e sarti perché lei
da sola non è in grado di usare nemmeno un ago, senza contare il veemente
terrore del fuso che, come una pandemia si è diffuso nel regno, dopo la vicenda
della Bella Addormentata, dicevo la principessa se ne sta ad aspettare il
principe azzurrognolo, privo di autostima ma ricco di piume, casacca a sbuffo e
calzamaglie firmate, che la riconduca allo sfarzo della civiltà e le dia il
cinquanta percento del suo patrimonio, beh NON LEGGETE QUESTO LIBRO!!! Se
sentite l’incessante desiderio di immergervi in un libro in cui il bel pirata,
dai capelli scuri come la pece, la camicia sporca perché sul retro
dell’etichetta è minacciosamente specificato il lavaggio a non più di trenta
gradi e, sulla nave, la lavatrice non c’è, gli addominali scolpiti a forza di
remare e le treccine che scodinzolano sulla testa perché, dopo Jack Sparrow, la
summenzionata moda si è rapidamente diffusa per i Sette Mari, dicevo il pirata
incontra la bellissima e ricchissima dama dagli occhi ambrati e i capelli dai
ricci perfetti che le ricadono sui sinuosi fianchi, ne salva la virtù
minacciata dal temibile villano di turno e la porta con sé sulla barca finché lavaggio
a secco non li separi, beh anche in questo caso NON LEGGETE QUESTO LIBRO!!!
Ultimo, ma non per importanza, se volete leggere una storia in cui “il Gran
Ciambellano” gira “per tutte le case della città alla ricerca della fanciulla
che indossava sandali argentati di Pittarosso”, lo dice l’autrice stessa, BEH ANCHE
IN QUESTO CASO IL LIBRO NON FA PER VOI!!!
Ma se avete voglia di leggere una
storia divertente, la cui protagonista è una donna di successo che non ha paura
di mostrarsi per quella che è, se avete voglia di sentirvi nostalgiche leggendo
di un uomo che cerca sempre di fare la cosa giusta, non riuscendoci sia chiaro,
ma l’intenzione c’è, se sentite la necessità di divertenti battute e
battibecchi frizzanti, BEH QUESTO E’ IL LIBRO CHE FA PER VOI!!! In realtà
QUESTO LIBRO FA AL CASO VOSTRO anche se soffrite di ansia da magliette divise
per colore, perché il rosso piegato sul rosso sta meglio e il bordeaux piegato
sul bordeaux è straordinario; se soffrite di disturbi ossessivo-compulsivi per
cui il colore azzurro Tiffany è diverso dal verde acqua e dal verde menta.
QUESTO E’ IL LIBRO GIUSTO anche se
soffrite di ansia da prestazione che vi assale quando dovete parlare con il
figo di turno e, invece di sciorinare frasi come se non ci fosse un domani, la
vostra mente peregrina verso un letargo inatteso, le ghiandole sudoripare
secernano una quantità d’acqua tale che potrebbe, senza la minima difficoltà,
saturare la diga di Kariba durante i periodi di siccità e la vostra lingua pare
essere sotto anestesia autoinflitta.
Bene ora che le dovute precauzioni
sono state disbrigate con il massimo zelo, direi che possiamo passare al romanzo.
L’autrice è Rebecca Quasi. Io. La. Amo. Vorrei che fosse
messo agli atti! Pochi scrittori riescono, come lei, a fare appassionare il
lettore sin dal primo rigo della prima pagina di un romanzo, soprattutto se il
romanzo è narrato in terza persona. Per chi non avesse letto le mie precedenti
recensioni, è necessario chiarire la mia posizione di dissenso nei confronti
della narrazione onnisciente. Provo una certa ostilità per i libri in terza
persona, li trovo impersonali in genere, ma quando l’autrice o l’autore è
egregiamente capace di esprimere emozioni e sentimenti, come la nostra Rebecca
(mi permetto di darle del tu), la lettura diventa sorprendentemente piacevole! Sento
che oggi mi dilungherò più del solito perché mi rendo conto di essere
particolarmente prolissa considerato che stanotte non ho dormito perché dovevo
assolutamente concludere il romanzo! Ve l’ho già detto che sono curiosa???
L’autrice, come accennato in precedenza, è Rebecca Quasi,
definita la “vincente proposta del self-editing”. Pensa che la rivoluzione più
grande sia la parola scritta! Tra i suoi libri troviamo: “Le Ali” “Scacco matto
vostra Grazia” “Dita come farfalle” “Cucito Addosso” ed ovviamente “Il gigante
con il violino” di cui ho già scritto una recensione che, per chi non avesse
letto, lascio qui:
Recensione "Il gigante con il violino" di Rebecca Quasi
Potete seguire l'autrice qui:
Rebecca Quasi - Facebook
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Come d’abitudine vi propongo la sinossi copiata e incollata
dal libro.
«Non ci sono due
letti» sentenziò seccato Mario.
«Vedo.»
Vedo.
«Non c'è nemmeno il divano.»
«Perché dovrebbe esserci un divano?»
«Per non dormire insieme?» la provocò lui.
«Il letto è abbastanza grande. Mi sembri teso.»
Ma va là?
13 dicembre 2015. Costanza e Mario, due sconosciuti, sono
bloccati all'aeroporto di Londra-Stansted a causa di una bufera di neve.
Lei gioca a scacchi da sola, lui la spia con curiosità
perché Costanza, oltre ad avere le clavicole più spettacolari che Mario abbia
mai visto, durante la partita confabula con l'alfiere nero.
Dallo stalking passano a giocare insieme e, quando tutti i
voli vengono annullati per il maltempo, i due decidono di dividere prima un
taxi e poi una camera d'albergo.
Prende vita così una notte indimenticabile, quella che per
entrambi diventerà la “Notte numero zero”.
Il giorno successivo, atterrati all'aeroporto Marconi di
Bologna, Mario e Costanza si salutano certi che non si incontreranno mai più.
Aprile 2018. Mario è sposato da nove mesi. Un pomeriggio, si
imbatte per caso in un fondoschiena inconfondibile...
Bene bene.
Passiamo ai protagonisti.
Lei è Costanza Soprani detta
anche “la botta di culo”, in tutti i sensi mi permetto di aggiungere o, in
alternativa, “persona con cui aveva avuto un’accidentale promiscuità”; “begli
occhi nocciola, quasi gialli, perfetti in quel viso a cuore”, i capelli dai
riflessi rossicci, come i miei, solo che io sembro la brutta copia di una
contadina scozzese del 1600 che non è mai stata dal parrucchiere. Costanza “sembrava
graziosa, ma in realtà era bellissima”, beata lei! Io sembro solo graziosa,
almeno stando a quello che diceva mia nonna! Fa la “event planner” in pratica
organizza eventi, mostre, cose. È sfrontata e frizzante e ha una smoderata,
quasi insana passione per gli scacchi e per l’alfiere nero, Clarence, con cui
pare si lasci andare a conversazioni parecchio eloquenti. È una ragazza
disinvolta e molto intelligente: “lasciava volentieri ai maschi l’illusione di
condurre il gioco” ma “è una macchina da guerra, Costanza Soprani. Conosce tutti
e arriva dappertutto”, specifico che la sua bravura deriva da una serie di
disturbi ossessivo-compulsivi che conosco molto bene. Non fate quella faccia!
Chi di voi non ha mai spostato un sopramobile, magari l’angioletto d’argento,
bomboniera di battesimo di una figlia di una cugina di secondo grado di vostra
madre, che ora ha 30 anni, dicevo una bomboniera che è sempre stata lì, sulla
mensola accanto al camino e che all’improvviso avete ritrovato sul mobiletto
dell’ingresso accanto alla foto del matrimonio dei vostri nonni? Dite la
verità, l’avete spostata?! Questo è un piccolo disturbo ossessivo-compulsivo,
ma non vi spaventate, la mia psicologa dice che solo le persone molto
intelligenti sviluppano questi disturbi in maniera invalidante, quindi io devo
davvero essere un genio, Einstein scansati proprio! Ma basta parlare dei miei
disturbi, torniamo a Costanza, abbiamo accennato al suo lavoro, la event
planner, ma ogni 12 incarichi ne accetta uno gratis. Volete sapere perché vero?
Beh non ve lo dico. Dovrete leggere il
romanzo per scoprirlo!
La nostra cara protagonista è
descritta come ”svitata ed efficiente” e sa manipolare benissimo la realtà,
qualità che vorrei avere anche io ma che, ahimè, mi manca come il sedere di
Jennifer Lopez!
Riprendendo le parole della stessa Costanza: “emotivamente
non sono evoluta”, “non mi innamoro, non mi sintonizzo sul piano intellettuale
o empatico, non mi scatta molto lì, l’unico coinvolgimento che provo è a
livello fisico”. Ama “la robaccia” “sai quei tessuti sintetici che fanno le
scintille solo a guardarli” e che costano pochissimo, a me non piacciono ma li
compro lo stesso perché il mio conto in banca chiede misericordia, quindi
niente Yves Saint Laurent o Chanel, al massimo Giorgia & Johns, ma solo
quando devo andare per forza ad un matrimonio. Però poi lei ha “un profumo che
costa una fucilata”, io una sola volta mi sono permessa di comprare un profumo
che adoro, Burberry, 30 ml per 90 euro e per non terminarlo lo metto solo nelle
occasioni speciali, tipo mai!
Passiamo al Lui della situazione: Mario Manzini, fratello minore
del sindaco, commercialista “alto e asciutto”, “dai lineamenti delicati”. La
seconda cosa che guarda in una donna sono le clavicole, non vi dico qual è la
prima, dovrete scoprirlo!
E’ un uomo tutto d’un pezzo, più o meno, diciamo pure due
pezzi: “non era tipo da effusioni. Beh non era esatto, Mario apprezzava
parecchio le effusioni, soprattutto quelle spinte, ma gli ci voleva un po’:
sulle prime tendeva ad essere piuttosto rigido”. È un uomo con una “mentalità
tardo-medievale”, pensa al futuro, è una persona solida e, come la
protagonista, anche lui rasenta il disturbo ossessivo-compulsivo.
Esplicito questa mia ultima affermazione e vi propino una
scena tratta dal romanzo in cui si parla del rapporto tra Mario e sua moglie:
“prima di
raggiungerla in bagno aveva appeso l’abito blu nell’armadio, sapeva esattamente
dove e come lo avrebbe messo lei, erano quelle le cose che rendono un rapporto
solido, solido ed equilibrato. E settimanale”.
Il primo incontro tra i due protagonisti avviene “al gate
cinquantaquattro dell’aeroporto di Stansted” mentre lei è intenta in un’accesa
conversazione con l’alfiere Clarence.
Il secondo incontro avviene “a tre anni di distanza, anzi 2
anni e 4 mesi” per amore della precisione, lui, ahimè, è sposato da poco con
Carlotta.
Il terzo ritrovo si verifica durante la prima serata organizzata
da Costanza, assunta come event planner dal sindaco. In questa occasione troviamo
una Costanza spumeggiante ed un Mario molto confuso: “la presenza di Costanza
lo destabilizza, l’aggiunta di sua moglie sobillava il panico”.
Siamo al quarto incontro che avviene in piazza e si
trasforma in una partita a scacchi che a sua volta diventa quasi una gara a chi ce l’ha più lungo tra Mario e
Clarence.
Il quinto avviene ad un’altra festa. Mario vede Costanza
“con un vestito di paillette rosa” da “undici euro e novantadue centesimi”, il
prezzo fa al caso mio! Chissà dove lo ha comprato!!!
Il sesto incontro avviene in piscina. Lei indossa un bikini striminzito,
ma Mario non avrebbe saputo dire “se i fiorellini sul reggiseno erano gialli o
ocra” anzi si, “i fiorellini erano gialli. Piccoli. Una cinquantina sulla parte
destra del reggiseno e qualcuno in più su quella sinistra che era meno
arricciata” ovviamente Mario fa una radiografia a Costanza solo per amore della
precisione!
Ci saranno altri due incontri prima di giungere all’incontro
delle “ 7:00 sotto la statua di Etty”, incontro fondamentale, ma non vi dico
perché, altrimenti vi svelo tutto!
Posso accennarvi che tra i due protagonisti scatta qualcosa
che raramente capita, ma entrambi hanno qualche piccola difficoltà a vivere
pienamente ciò che sta accadendo. In fondo ognuno ha i propri disturbi!
Passiamo ai personaggi secondari. Ce ne sono moltissimi per
cui ho scelto quelli che mi sono piaciuti di più e che sono fondamentali in
qualche modo al proseguo della storia.
In prima posizione piazzerei Carlotta, moglie di Mario
“bella intelligente ed equilibrata” si fa per dire! La donna è basilare per la
storia secondo me;
Al secondo posto troviamo Luigi Manzini, sindaco e fratello
di Mario “tarchiato e robusto”. A lui possiamo attribuire la colpa del secondo
incontro tra Costanza e Mario;
Al terzo posto, sul podio troviamo Sandro Lanfranchi, socio
di Mario “piuttosto sboccato” e “grande estimatore di culi” ;
Milli, moglie di Luigi: “Una svampita che di mestiere
faceva l’iridologa.” Per chi non lo sapesse l’iridologo è quello che esegue
l’esame dell’iride per verificare la salute psicofisica;
Guglielmo, lo scrittore, quasi cognato di Mario o come lo
definisce Carlotta il “fallito”. Vorrei spezzare una lancia, anzi una penna o
una matita o un qualsiasi oggetto di cartoleria, a favore del povero Guglielmo,
che in realtà non è fondamentale ai fini della storia, ma che è uno scrittore e
proprio non potevo esimermi dal menzionarlo. Rebecca Quasi è una scrittrice, io
sono una sottospecie di scrittrice, mia madre è una sorta di poetessa mancata,
mio cognato una bizzarra varietà di cantautore, capirete bene che non me la
sono sentita di lasciarlo in disparte, anzi mi sento tanto tanto vicina a
questo personaggio che purtroppo, come molti (me compresa, sia chiaro), non guadagna
tantissimo perché, checché se ne dica, escluso Tolkien e pochi altri, la
maggior parte degli scrittori non guadagna proprio nulla, o comunque molto
poco.
Laura sorella di Mario è un editor ed è un editor molto,
molto frizzante.
Secondo Carlotta i due “saranno destinati all’elemosina sui
gradini della chiesa”. Spero non sia così per tutti gli scrittori e gli editor!
Ribellatevi. Ribelliamoci!
Virginia, detta Vinni, la “stalker ufficiale di Mario dal
1999”
David, ma non vi dico chi è, sappiate solo che “concentrava in sé tutti gli stereotipi californiani che cinema e tv avevano contribuito a consolidare”.
Dulcis in fundo c’è lui, Clarence, l'alfiere nero che, lo specifico, non è gay ma "ha fatto voto di castità".
La scrittrice, dal mio modesto punto di vista, è riuscita ad
esprimere pienamente, non solo la vicenda, ma anche i caratteri dei personaggi,
le implicazioni sentimentali che, volente o nolente, nascono in tutti i
rapporti, che siano di amicizia, d’amore o di qualsiasi altra natura. La storia
sembra plasmare i personaggi, soprattutto i protagonisti, permette loro di
evolversi, di cambiare, di maturare. Il microcosmo creato dalla scrittrice
pullula di personaggi frizzanti, stravaganti e anomali, ognuno di loro sembra
rappresentare un elemento caratterizzante degli uomini che, a volte, sembra
portato all’esasperazione, ma in realtà non è così, esistono davvero persone
precise come Costanza, donne superficiali come Carlotta e uomini seri come
Mario, io non ne ho conosciuti, ma sono certa che esistano, da qualche parte
sulla terra. Credo!
Voi avete letto questo bellissimo romanzo? Cosa ne pensate?
CONSIGLI SPARSI
Per
questo frizzante romanzo, la tisana che consiglio è la Rhodiola rosea che
possiede una quantità infinita di proprietà benefiche. Innanzitutto è indicata
per disturbi di vario genere, protegge infatti l’organismo da forme di stress
legate ai cambiamenti, sia fisici che psichici e solo per questa qualità è
perfetta per me! Aiuta a modulare il sistema nervoso centrale in caso di stress
o condizioni ansiose, conferisce energia fisica e mentale in caso di
stanchezza, collabora all’adattamento del sistema immunitario, stimolandone la
resistenza. Importante: ha un lieve effetto antidepressivo, quindi se il vostro
fidanzato vi ha lasciate per una ragazzina dal fisico di Belen Rodriguez e la
cultura di un bradipo, invece di trascorrere il sabato sera a guardare C’è
posta per te con una tanica di gelato, un barile di alcol, non che sia
contraria sia chiaro, e una caterva di fazzoletti, bevete la Rhodiola rosea e
poi magari andate in un bar con le vostre amiche a parlare della lente di
ingrandimento che avete dovuto usare ogni volta. Ultimo ma non per importanza,
la tisana in questione coadiuva gli attacchi di fame nervosa per cui se durante
la notte il vostro stomaco fa le bizze e vi rigirate nel letto perché il vostro
pensiero vira irrimediabilmente al frigorifero in cucina, alzatevi e bevete un
po’ di Rhodiola, ma non troppa mi raccomando, è pur sempre un tè quindi contiene
caffeina.
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